martedì 5 febbraio 2008

LA NUOVA EUROPA INTORNO A PUTIN

Alla caduta del muro di Berlino, il mondo occidentale festeggiava l'approdo della Russia (lo stato-guida delle ex Repubbliche Sovietiche) alla"democrazia". Economisti americani (tra cui Jeffrey Sachs, economista di Harvard) imposero, in un paese gestito per 70 anni da un economia di stato,un folle passaggio ad un'economia di mercato nel giro di pochissimi anni.Quel "mercato" fece crollare i livelli di vita: l'iper-liberismo, sotto lapresidenza di Eltsin, costò alla nazione Russa tra i 5 e i 6 milioni dimorti (causa un altissimo tasso d'inflazione, provocato dall'abbandono deiprezzi al mercato, ma di questo "olocausto" non si parla...) e la svenditadi aziende statali a grandi gruppi imprenditoriali internazionali.Oggi il nuovo leader Vladimir Putin ha risollevato la Russia dalla miseria:i salari continuano a crescere in termini reali, il prodotto interno lordoaumenta del 5/6% ogni anno, la popolazione acquista nuova sicurezza di sé. L'occidente baciato dalla "democrazia" e dai "vantaggi" della globalizzazione e del "libero mercato" sprofonda invece in una crisi nera. Lo stato piùpotente del mondo, gli USA, risulta essere il più indebitato del pianeta, hain corso due guerre fallimentari (e ne vuole iniziare un'altra su pressionedi una nota lobby...), la sua popolazione s'impoverisce ogni giorno di più,si ostina ad applicare religiosamente una "dottrina" economica che non hamai condotto nessuno al benessere e alla prosperità, e l'ultima crisi delmercato immobiliare ha gettato sotto i ponti migliaia di famiglie.La grande finanza mondiale, che si era accaparrata a "buon mercato" legrandi risorse energetiche russe grazie ai "regali" del periodopost-comunista, vede ora lesi i propri interessi da una politica che mira agarantire la ricchezza nazionale prima di tutto, e che favorisce i partnerseuropei.La Russia possiede il 20% delle riserve mondiali di gas e petrolio. Un altro20% è in Iran (ecco perché è sotto minaccia...!). Gran parte di questeriserve si trova nel Mar Caspio (un mare chiuso) ed è chiaro adesso a cosamirasse il piano di "accerchiamento" della Russia con paesi ostili efilo-americani: da qualche parte dovevano pur passare gli oleodotti!Degno di nota è anche il pagamento del debito, effettuato dal governo Putin,verso il Fondo Monetario Internazionale: "un popolo che non si indebita farabbia agli usurai" diceva Ezra Pound, perchè ciò impedisce intromissioninegli affari economici di un paese. Non a caso l'usurocrazia mondiale hadichiarato "guerra" al leader russo, e infatti nelle televisioni e neigiornali non si sente dire altro che "la Russia non è democratica", "Putinviola i diritti umani", "Putin non rispetta il libero mercato", ecc.L'Occidente "democratico" accusa dunque Putin di autocrazia, di aver messoun freno alla stampa e ai media (posseduti dagli oligarchi), di stroncare l'opposizione democratica (finanziata dagli oligarchi), di averri-statalizzato le ricchezze strategiche della Russia (che gli oligarchiavevano rapinato).Evitare il contatto Russia-Europa è stato il grido di battaglia deglioligarchi europeo-israelo-americani: se l'Europa si integrasse con la Russiasi verrebbe a creare uno spazio di assoluta autosufficienza al quale lemultinazionali statunitensi non potrebbero vendere più niente. Durante laseconda guerra mondiale un tale ragionamento valse l'ingresso nel conflittodegli USA.Questa opposizione, però, è stata spesso scavalcata da una naturaleconvergenza di interessi tra la Russia e l'Europa: prima di uscire di scenail cancelliere tedesco Schroeder conclude con Putin un accordo per ungasdotto russo-tedesco che passi direttamente sott'acqua, nel Baltico. Ed èin progetto anche la creazione di un treno ad alta velocità che colleghi Mosca a Berlino. Questa convergenza di interessi non deve però fermarsi alla sfera materiale:deve coinvolgere anche la politica, i popoli, lo spirito.
La nuova Europa,affrancata dal male americano,
deve rinascere intorno a Putin,
l'unico leader contemporaneo che si erge,
forte e orgoglioso, come guida
dei popolioppressi di tutto il mondo.